Credette Cimabue ne la pittura / tener lo campo, e ora ha Giotto il grido, / sì che la fama di colui è scura. Dante Purgatorio Canto XI
Il 16 marzo si è aperta a palazzo Strozzi a Firenze la mostra Nascita di una Nazione. Tra Guttuso, Fontana e Schifano: un viaggio nell’arte, nella politica e nella società dell’Italia tra gli anni Cinquanta e il periodo della contestazione attraverso ottanta opere di artisti, tra i quali, oltre ai tre citati nel titolo, Burri, Vedova, Castellani, Manzoni, Merz e Pistoletto.
Ha subito però creato sconcerto tra gli storici del Risorgimento che, a partire dal manifesto di presentazione della mostra con un tripudio di bandiere rosse stilizzate di un’opera del 1949 del pittore Giulio Turcato (non il tricolore italiano!), i promotori dell’esposizione abbiano scelto“Nascita di una Nazione” come titolo di una mostra che si occupa del periodo dall’immediato dopoguerra al Sessantotto quasi che l’Italia venisse alla luce solo con la Repubblica e non nel 1861.E non a caso negli anni cruciali in cui si realizzava l’Unità italiana nasceva infatti a Firenze il 13 luglio 1859 il giornale La Nazione, fondato da un gruppo di patrioti, amici di Bettino Ricasoli per affermare appunto la volontà unitaria dei Toscani.
Non è stato sottolineato invece dagli storici dell’arte l’errore di interpretazione storico- artistica che il curatore Luca Massimo Barbero, noto storico dell’arte e curatore di molte prestigiose mostre internazionali, ha dato all’esposizione, il cui valore sia per gli autori presentati e per il pregevole allestimento delle loro opere è indiscutibile.
Si legge infatti sul depliant distribuito all’ingresso a Palazzo Strozzi che…la mostra racconta la nascita del senso di Nazione attraverso gli occhi e le pratiche di artisti che fanno arte di militanza ed impegno politico e reinventano i concetti di identità, appartenenza e collettività negli anni successivi al cupo periodo del fascismo e della guerra…Un nuovo senso di Nazione sul piano culturale nascerebbe quindi con la militanza e l’impegno politico di artisti schierati per lo più sul fronte ideologico dell’Internazionalismo proletario? E poi il cupo periodo del fascismo, che certamente è stata una pagina tragica per la libertà e la democrazia del popolo italiano, sarebbe stato anche un momento di oscurantismo nella storia dell’arte e della cultura italiana?
In questi mesi a Milano alla Fondazione Prada, istituzione nata per valorizzare tematiche e opere dell’ arte contemporanea, c’è la mostra “Post Zang Tumb Tuuum. Art Life Politics: Italia 1918–1943″, concepita e curata da Germano Celant, un critico presente pure con i suoi artisti dell’Arte Povera a Palazzo Strozzi, un’esposizione che esplora il sistema dell’arte e della cultura in Italia tra le due guerre mondiali, di cui si ravvisano gli aspetti di modernità e di vitalità, con gli artisti ovviamente mai in dissenso aperto nei confronti della dittatura di Mussolini. E prima del Fascismo chi può negare il valore artistico dei futuristi nel costruire una significativa e moderna identità nazionale nel clima delle avanguardie europee del primo novecento
Ed in pieno Risorgimento non possiamo dimenticare i Macchiaioli che combatterono nei campi di battaglia ma anche nel campo dell’arte e dovettero trovare , parole del critico e sostenitore Diego Martelli, …un’arma ed una bandiera e fu trovata la macchia in opposizione alla forma…
Quando nasce allora la Nazione italiana in campo artistico?
Nell’ottobre del 1891 a Vicchio nel Mugello il celebre e ormai anziano poeta Giosuè Carducci,il poeta simbolo allora della nazione, ospite di una illustre famiglia vicchiese, ha l’idea di innalzare un monumento a Giotto nella piazza principale di Vicchio, paese natale del pittore toscano che nel trecento aveva creato l’idioma nazionale della pittura contro il predominio di un’arte straniera come quella bizantina al pari di Dante nell’ambito della lingua italiana. E Carducci aveva già fatto parte della Commissione nazionale che aveva promosso la realizzazione della statua di Dante in piazza Santa Croce negli anni di Firenze Capitale. In breve viene costituita una commissione presieduta dallo stesso Carducci per giudicare i tanti e diversi progetti e, così che il 16 luglio del 1897 fu commesso allo scultore Italo Vagnetti l´incarico di eseguire una statua di bronzo di Giotto. Il monumento fu poi inaugurato l´8 Settembre 1901, con una solenne cerimonia durata fino al 15 Settembre.
Definire le ragioni storiche e culturali della nascita della nazione italiana non è un puntiglio accademico tra addetti ai lavori e tantomeno un gioco intellettualistico in una ricerca fiscale e nozionistica di corretti paletti storiografici, rientra nei compiti delle istituzioni politiche, sociali e museali nel garantire ai cittadini una seria formazione culturale nel rispetto della memoria storica del loro Paese
In particolare i giovani che già coltivano una visione distorta del presente sui social-network ritrovano pure le fake news sulla storia artistica dell’Italia in mostre di prestigio, come quella attualmente in corso a Palazzo Strozzi di Firenze !
Sergio Casprini