Via dell’Oriolo 33 Firenze
Attualmente è sede dell’Archivio storico del Comune di Firenze.
Il palazzo venne edificato a metà del Settecento dalla famiglia Bargilli Sarchi, che avevano acquistato alcune case che già appartenevano ai Pazzi (il giardino del “Paradiso dei Pazzi” si trovava infatti nel sito dell’attiguo Palazzo della Banca d’Italia), al monastero di Santa Felicita e a quello di San Salvi.
La facciata settecentesca, pur con rifacimenti successivi, è elegantemente ornata e presenta cornici marca piano, finestre inginocchiate al pian terreno, timpanate al primo piano (sia con timpani triangolari che semicircolari spezzati) e architravate al secondo; più originale è il doppio portale, con quattro semicolonne che sorreggono un doppio balconcino al primo piano. All’interno spicca la Sala di Lettura, realizzata ai primi dell’Ottocento in stile neoclassico, con colonne gialle che risaltano su complessi stucchi bianchi e una cupoletta. Le allegorie musicali dei dipinti e degli stucchi rivelano come questa fosse stata pensata come sala da musica e da ballo. Il palazzo venne acquistato dai Bastogi, una delle famiglie industriali più ricche a Firenze nel XIX secolo, i quali però subirono un tracollo finanziario agli inizi del XX secolo. Nel 1983 il palazzo veniva infatti ceduto al Comune di Firenze, che dal 1976 vi ha aperto l’Archivio storico.
Teatro dell’Oriuolo Nel cortile di palazzo Bastogi venne ospitato, dal 1951 al 1993, il Teatro dell’Oriuolo, una delle più importanti realtà teatrali del dopoguerra fiorentino. Si trattava di un teatro stabile professionale, c con registi del calibro di Tatjana Pavlova e attori come Paola Borboni, Ottavia Piccolo, Ave Ninchi, i fratelli Giuffrè, Giustino Durano, Arnoldo Foà ecc.. Dal 1968 venne diretto da Gino Susini sotto la guida della Compagnia Città di Firenze, ospitando anche, nell’ultimo periodo, un’apprezzata scuola teatrale.