Via dei Servi 7/9/11 Firenze
La casa, già di proprietà di Bernardo Buontalenti (anche se non abitata dall’artista, che viveva in una casa in via Maggio), fu ristrutturata dai suoi eredi probabilmente agli inizi del Settecento su progetto di Pietro Giovannozzi. Il palazzo passò in varie mani e all’inizio del XIX secolo vennero aggiunte le decorazioni in stile neoclassico nel salone, con gli stucchi, le pitture a monocromo ispirate all’antico e, poco più tardi, i lacunari con putti, fiori e fanciulle danzanti.
In seguito venne acquistato da una compagnia assicurativa ed è stato occupato al piano nobile da uffici. Nel 2009 anche questa parte (dove c’è il salone) è tornata in mani private.
Si presenta con un fronte ancora nel solco della tradizione cinque-seicentesca, non fosse per i più tardi rimaneggiamenti: sviluppato su tre piani organizzati su nove assi, è qualificato da due portali incorniciati da bugne in pietra e chiusi in alto da un mascherone con volute legate, di chiara impronta tardo manierista. Le finestre dei piani superiori sono delimitate da eleganti cornici in pietra forte, più elaborate al piano nobile, decisamente semplificate al terzo. Le finestre in asse con i portoni sono state poi ridisegnate e fornite di balconi e al terreno, quella che un tempo doveva essere una superficie con prevalenza di pieni sui vuoti, bucata con sei ampie aperture ora sporti e accessi di esercizi commerciali. Il palazzo affaccia su un ampio giardino interno.
Negli interni si conservano due riquadri affrescati e riferiti a Niccolò Lapi, raffiguranti Bernardo Buontalenti salvato dalle rovine della sua abitazione (episodio questo ambientato in via de’Bardi) e l’Incontro di Bernardo Buontalenti con Torquato Tasso (tradizionalmente riferito alla residenza di via Maggio).