Lettere a Sergio Romano Corriere della Sera 25 giugno
Fa specie leggere sul Corriere della Sera dove e come ha scelto di vivere papa Francesco. Il nostro presidente della Repubblica, al confronto, vive come e più di un nababbo tra tappeti, arazzi, mobili pregiati, broccati. Ma perché? E quanto ci costa? Non potrebbe andare a stare in un alloggio meno sfarzoso e quindi meno costoso, sia pure di rappresentanza? Così il Quirinale, invece di costare, potrebbe rendere se fosse tutto visitabile da turisti a pagamento e senza le restrizioni per la sicurezza del nostro capo dello Stato.
Nucci Ferrari
Chi vi è stato e ne ha parlato nelle sue memorie descrive l’appartamento papale nei palazzi vaticani come un luogo piuttosto tetro, arredato con pesanti mobili del tardo Ottocento. Non stupisce che papa Francesco abbia deciso di alloggiare in una suite della moderna foresteria creata recentemente in un convento restaurato. Credo che Francesco, come Giovanni XXIII, non voglia starsene sempre da solo. Giovanni ruppe una vecchia consuetudine e invitò a pranzo le persone con cui voleva fare una chiacchierata. A Francesco piace prendere il caffè al mattino con gli altri ospiti della residenza. Vengo al Quirinale su cui abbiamo ricevuto in questi giorni lettere molto somiglianti: un fenomeno spesso dovuto ai virus mediatici che circolano sempre più frequentemente sulla rete. Per ogni presidente della Repubblica la residenza nel palazzo del Quirinale è un option. Può decidere di abitarvi o continuare a dormire nel suo letto e andare in ufficio al mattino come fecero, tra gli altri, Sandro Pertini, Francesco Cossiga, Oscar Luigi Scalfaro. Ma quale che sia la sua scelta, il luogo in cui dovrà svolgere le sue funzioni è il Quirinale. Lì sono gli uffici del segretariato generale. Questo è il palazzo dove il presidente della Repubblica riceve il presidente dei Consiglio, i ministri, i parlamentari, gli ambasciatori accreditati presso la Repubblica italiana, i capi di Stato e di governo stranieri, le associazioni, le scolaresche, le persone che gli permettono di restare quotidianamente in contatto con l’intero Paese. Qui, soprattutto, tiene le consultazioni e conferisce l’incarico per la formazione del governo. Che tutto questo avvenga al Quirinale, cara Signora, dovrebbe farci piacere e renderci orgogliosi. Il palazzo fu costruito per i papi, verso la fine del Cinquecento, sul luogo dove sorgeva la villa del cardinale Carafa, ed è stato la loro residenza estiva sino alla breccia di Porta Pia, quando Vittorio Emanuele II ne fece la sua residenza. È stato quindi papale, reale e repubblicano. Pochi altri palazzi contengono fra le loro mura pezzi così importanti di storia italiana. Il fatto che sia tuttora usato per fini istituzionali mi sembra uno straordinario simbolo di continuità nazionale. Aggiungo che alcune parti del Quirinale sono già state destinate a un uso pubblico. Le scuderie ospitano mostre importanti e la cappella Paolina, da ottobre a giugno, diventa una sala musicale per i concerti della domenica. Né a Buckingham Palace né al palazzo dell’Eliseo, salvo errore, sono state prese iniziative analoghe.
Sergio Romano