LETTERE al Corriere della Sera 22 aprile 2021
Caro Aldo, c’è chi per questo 25 aprile invita a esporre il tricolore alle finestre. Credo però che l’adesione all’invito non sarà sorprendente. Il motivo è presto detto: il 25 aprile è una festa divisiva e molti non se la sentono di esporre un simbolo che ha la funzione primaria di chiamare a raccolta. Il 25 aprile è ancora troppo intriso di ideologia. Forse lo stesso Carlo Azeglio Ciampi, che amava il tricolore, non se la sarebbe sentita di invitare a esporlo in un giorno così foriero di contrapposizioni. Qualcuno dirà: ma nemmeno il 2 giugno, che non è una festa divisiva, il tricolore si è visto sventolare diffusamente dalle finestre degli italiani. Una cosa mi sembra certa: non vengono scrupoli di sorta nell’esporre il tricolore quando vince la nazionale italiana di calcio. Quindi? Alessandro Prandi
Caro Alessandro, in questi giorni la Francia celebra i duecento anni della morte di Napoleone, l’uomo che mandò i francesi (e pure molti italiani) a morire sui campi di battaglia di mezzo mondo, dalla Spagna alla Russia, dall’Egitto alla Turingia. La festa nazionale francese è il 14 luglio, simbolo di quella Rivoluzione che fece cadere migliaia di teste e causò massacri spaventosi come quelli dei vandeani; eppure, a distanza di tempo, prevale il riconoscersi attorno a quei valori di libertà, fraternità, uguaglianza disattesi molte volte dagli stessi rivoluzionari. Ogni data in sé è potenzialmente divisiva. Anche il 2 giugno. Quel giorno si svolse un referendum: una cosa divisiva per definizione. Il 45,7 per cento degli elettori italiani, quasi undici milioni di donne e di uomini, votarono per la monarchia, e furono quindi sconfitti; ed è curioso notare che nel Sud, dove oggi è molto diffuso un movimento di ostilità ai Savoia e all’unità nazionale, la monarchia sabauda stravinse. Questo non ci impedisce oggi di festeggiare la Repubblica. Quanto a Ciampi, contrariamente al solito lei, gentile signor Prandi, su questo punto non è bene informato. Ciampi teneva moltissimo a che si esponesse il tricolore il 25 aprile. E fece un grande lavoro politico e culturale per de-ideologizzare la Resistenza, valorizzandone il carattere plurale.
Ci furono molti modi di dire No ai nazifascisti: partigiani di ogni fede politica, e poi donne, ebrei, sacerdoti, suore, carabinieri, internati in Germania, militari che combatterono con gli Alleati… anche per questo domenica 25 aprile possiamo esporre tutti liberamente il tricolore. Aldo Cazzullo