è una grande piazza rettangolare e alberata del centro storico di Firenze.
L’area in cui sorse il giardino si chiamava fino a metà Ottocento Mattonaia, all’interno della cerchia della mura a nord-est di Firenze tra l’antica Porta A Pinti e Porta alla Croce ( attuale Piazza Beccaria), con orti ed abitazioni popolari, ma soprattutto i poderi di pertinenza della villa Ginori, assieme ad altri di proprietà Panciatichi e Morrocchi.
La zona della Mattonaia subì una vasta campagna di espropri nel 1865, primo anno di Firenze Capitale, e fu trasformata nella zona più moderna ed esclusiva del centro. In realtà l’edificazione della piazza da considerarsi frutto di un progetto maturatosi negli anni precedenti, almeno fin dal 1860, con un cantiere già avviato nel novembre del 1864 che, ovviamente, ricevette particolare impulso negli anni in cui Firenze fu capitale.
Espropriati a titolo di pubblica utilità i terreni e gli edifici, gli assi viari furono progettati come maglia regolare, paralleli all’antico borgo Pinti e al proseguimento di via della Colonna (che allora si interrompeva all’altezza di borgo Pinti), lasciando al tracciato delle mura il compito di definire il disegno dei vari lotti posti all’estremo margine nord ed est, e a una piazza con giardino di vivificarne il cuore.
Piazza d’Azeglio, su cui si edificarono villini e palazzine in linea con le esigenze di decoro dell’epoca ( previste dal piano regolatore di Giuseppe Poggi, ma in questo caso redatto nel dettaglio dall’ingegnere del Comune Luigi del Sarto), venne concepita come piazza-giardino simile ad una square inglese, tanto che fino alla seconda guerra mondiale era chiusa da una cancellata le cui chiavi erano in possesso solo dei proprietari di case che vi si affacciassero: nel conflitto fu smantellata e il ferro dato “alla Patria“. La destinazione della piazza e del quartiere (detto della Mattonaia dall’unica via che tagliava verso le mura i poderi e lungo la quale si collocava la già citata villa Ginori) fu a carattere residenziale, con una evidente attenzione alla ricca borghesia, nell’ambito della quale si distinse nell’acquistare i lotti edificabili la comunità ebraica, in ragione della parallela edificazione della Sinagoga nel vicino lotto posto tra via Farini e via Carducci.
Il politico e scrittore Massimo D’Azeglio era morto appena da un anno quando il comune decise di intitolargli questa piazza (gennaio 1866). Nel 1869, dal lato verso borgo Pinti, era stato poi inaugurato un grande teatro intitolato al Principe Umberto I, distrutto poi da un incendio il 29 dicembre 1889. La costruzione per lo più in legno, a pianta circolare, e mai più riedificata, fu sostituita dalla palazzina e dal Villino Uzielli. Entro il 1870 le opere di urbanizzazione si erano oramai concluse e già erano sorti in margine alla piazza villini e palazzi.
Col trasferimento però della capitale a Roma molti dei proprietari dei villini si trasferirono e il valore immobiliare degli edifici scese molto. Completata l’edificazione degli ultimi lotti rimasti invenduti nel primo decennio del Novecento (e di quelli sorti sul lato ovest al posto del teatro), arrivò una nutrita colonia cosmopolita di intellettuali e artisti, che diedero vita a un’intensa vita culturale e salottiera nella zona. Di alcuni dei numerosi residenti illustri resta traccia nelle targhe che si vedono sugli edifici. ( Pellegrino Artusi, Piero Puccioni)]
Attualmente la piazza ospita un piccolo parco giochi e ed un campetto di calcio limitato da un’alta recinzione. A fianco della vasca si trovano adesso una giostra per bambini ed un piccolo fabbricato ospitante un bagno pubblico.
Su un lato del giardino si trova un piccolo monumento a ricordo di tre partigiani caduti il 7 giugno 1944, Enrico Bocci, Italo Piccagli e Luigi Morandi, tutti decorati dalla medaglia d’oro al valor militare, uccisi dai fascisti che scoprirono il covo da dove trasmettevano Radio Cora, in uno degli edifici della piazza.