Pubblicazioni e iniziative esplorano i diversi aspetti di un’esperienza intellettuale unica
ANTONIO CARIOTI Corriere della Sera 8 febbraio
Quando morì non aveva ancora compiuto 25 anni, ma l’opera e la vita di Piero Gobetti restano una miniera a cui si può attingere con profitto. Lo dimostrano iniziative e pubblicazioni di questi giorni, che non si limitano a rivisitarne l’impegno politico.
Per esempio sul versante privato troviamo i testi di Piero e della moglia Ada proposti da Pietro Polito e Pina Impagliazzo nel volume La forza del nostro amore (Passigli), mentre l’antologia Avanti nella lotta, amore mio!, curata da Paolo Di Paolo (Feltrinelli), offre un suggestivo profilo di Gobetti scrittore a tutto tondo, capace di esercitarsi nei campi più vari: autobiografia, critica letteraria, artistica e teatrale, annotazioni di viaggio, ritratti di persone. I temi politici e l’antifascismo sono invece al centro nel volume Il giornalista arido, a cura di Paolo Bagnoli, in uscita il 15 febbraio per l’editore Aragno con una rassegna di articoli gobettiani scritti tra il 1918 e il 1925.
Più avanti usciranno L’autobiografia della nazione (Aras Edizioni) con i testi sul fascismo, un libro su Gobetti e la vita internazionale per le edizioni Biblion, il volume con il carteggio gobettiano del 1923 curato per Einaudi da Ersilia Alessandrone Perona, la quale terrà anche all’Università di Torino il 16 febbraio, con Marco Revelli, la prima delle otto lezioni organizzate per il novantesimo della morte dal Centro studi Piero Gobetti. L’8 aprile è in programma a Parigi un convegno su Gobetti e la libertà, mentre un altro momento di dibattito dovrebbe riguardare la sua attività di editore.
A tal proposito le Edizioni di Storia e Letteratura proseguono la ristampa di tutti volumi pubblicati a suo tempo dalle edizioni Piero Gobetti. A giugno uscirà Paradosso dello spirito russo dello stesso Gobetti, con una postfazione di Antonello Venturi che riesamina quell’opera in chiave critica, collocandola nel contesto dell’epoca.