AMOS GITAI
Promised lands
Palazzo Vecchio
Sala d’Arme
25 febbraio – 14 aprile 2022
Dal 25 febbraio è in mostra nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio Promised lands, la video installazione dell’artista e regista Amos Gitai (Haifa, 1950). Si tratta di un’opera realizzata ad hoc per l’ambiente fiorentino, che intende proporre una riflessione politica e poetica sui destini umani contemporanei e sulla possibilità di vivere insieme.
“Il progetto – spiega Amos Gitai – è concepito in funzione di questo luogo particolare: la sua storia e il suo rapporto con l’ambiente fanno parte del progetto tanto quanto le opere presentate. Promised Lands intende evocare a partire da miei lavori teatrali e cinematografici, i destini umani, la storia e il presente nelle varie lingue parlate nell’area del Mediterraneo”. L’opera è concepita come un dialogo immaginario – che trova spazio sulle grandi pareti della Sala D’Arme – tra i protagonisti delle produzioni create da Amos Gitai durante la sua carriera.
I visitatori vedranno in loop gli estratti della corrispondenza tra Efratia Gitai (1994-2003), madre di Amos, e suo padre Elihau tratti dal lungometraggio Lullaby to my father in cui il regista ripercorre la vita di suo padre Munio e ascolteranno le lettere dal carcere di Antonio Gramsci interpretate da Pippo Delbono tratte dallo spettacolo Exils intérieurs, creato da Gitai per il Theatre de la Ville di Parigi nel 2020 (spettacolo quest’ultimo che verrà messo in scena in esclusiva italiana al Teatro della Pergola il 13 e 14 aprile).
Ci saranno poi gli estratti di Tsili, film ispirato al romanzo autobiografico di Aharon Appelfeld che racconta le peregrinazioni di personaggi immersi nell’incubo della guerra e stralci di Kippur, lungometraggio in cui il regista ripercorre la sua drammatica esperienza durante la guerra dello Yom Kippur. E ancora Field diary, film-diario girato nei territori occupati prima e durante l’invasione del Libano, Ananas/Pineapple reportage di denuncia e The war of the sons of light against the sons of darkness, basato su La guerra giudaica, dello storico antico Flavio Giuseppe, con Jeanne Moreau nel ruolo di Flavio Giuseppe fino a The book of Amos, girato in una strada di Tel Aviv, dove attori e attrici israeliani e palestinesi interpretano il ruolo del profeta Amos e danno una voce moderna, in ebraico e in arabo, alla sua antica denuncia della corruzione e dell’ingiustizia
Fino ad arrivare a Kedma, che prende il nome dalla nave carica di sopravvissuti all’Olocausto in viaggio verso la Terra Promessa alla fine del secondo conflitto mondiale e a Golem, the spirit of Exile film che indaga i significati contemporanei del Libro di Ruth nella Bibbia per terminare con Yitzhak Rabin: Chronicle of an Assassination, sull’assassinio del primo ministro israeliano, avvenuto il 4 novembre 1995 dopo una manifestazione per la pace e contro la violenza a Tel Aviv.
“Senso di appartenenza e identità, esilio e migrazioni: questi i temi che ispirano e alimentano l’opera di Amos Gitai da più di quarant’anni. – Sottolinea il sindaco Dario Nardella – Attraverso film e mostre, conferenze e opere teatrali, questo artista multiforme esplora l’arte come un viaggio tra i tumulti della Storia e della memoria”.
AMOS GITAI
Promised lands
Palazzo Vecchio
Sala d’Arme
25 febbraio – 14 aprile 2022
Orari e biglietti: ingresso gratuito.
La mostra è aperta tutti i giorni h10.00-19.00, giovedì 10.00-14.00.
A seguito del DL 221/2021, dal 10 gennaio 2022 è esteso l’obbligo di Green pass rafforzato per accedere a musei e mostre. Gli ingressi sono contingentati.
Informazioni: info@musefirenze.it oppure 055 2768224.
The book of Amos