Lettere al Direttore
Corriere della Sera 17 giugno 2019
Caro direttore, scuola: tempo di scrutini ma anche specchio dei tempi. Da una indagine pubblicata qualche giorno fa da alcuni quotidiani risulta che negli ultimi cinque anni la percentuale dei promossi è aumentata mentre però se si vanno a vedere i test Invalsi si scopre che la preparazione dei ragazzi è rimasta invariata se non addirittura peggiorata. Come è possibile? Semplice, gli insegnanti hanno alzato i voti. Colpa del buonismo? Paura di genitori sempre più aggressivi? Saggezza (vista l’età media degli insegnanti)? Lino Renzetti
Caro signor Renzetti, certamente c’è qualcosa che non va nella valutazione dei nostri studenti. Intanto ci siamo abituati alle classifiche sui 100 alla Maturità, con voti altissimi concentrati in larga parte nelle Regioni meridionali. Come se nel Paese fosse ormai in vigore un federalismo degli esami a totale danno, in questo caso, del Nord. Poi leggiamo che le competenze certificate dai test Invalsi variano enormemente da Regione a Regione, particolarmente nelle materie scientifiche. Con alcune aree del Paese in piena media europea e altre incredibilmente distanti.
Creare una vera unità nazionale nell’istruzione sembra davvero la missione che una buona politica e una buona amministrazione scolastica dovrebbero porsi.Non ci sembra che lo stiano facendo.
Ci si preoccupa di far contenti genitori diventati avvocati difensori dei figli. La severità nel giudizio non appartiene al sistema ma a singoli professori.Tutto è lasciato a isole di impegno e di buona volontà.
E voti così poco rispettosi della realtà sono probabilmente il risultato di tutto ciò. Luciano Fontana