…questa prematura ed immatura smania dei monumenti è oggimai come quella degli indirizzi una delle piaghe d’Italia…i promotori si ritengono sdebitati d’ogni altro e più urgente dovere… non interverrò ad inaugurazioni di statue o altro, mi sembrano inutili e dannosi…
Mazzini 1871
Dopo l’Unità d’Italia i protagonisti del Risorgimento vengono celebrati con monumenti nelle piazze più importanti delle città , dai capoluoghi di regione fino a piccoli centri urbani, nel tentativo pedagogico da parte della classe dirigente di rafforzare la coscienza nazionale degli italiani.
In un quarto di secolo a partire dal’78 tutta l’Italia si ricopre di figure in bronzo o in pietra in particolare di Garibaldi e di Vittorio Emanuele II , mentre invece continua l’ostracismo alla memoria di Giuseppe Mazzini.
Tra le grandi città soltanto quella natale, Genova, avrà fin dal 1882 una statua degna dell’apostolo repubblicano, e Roma – dopo la decisione assunta da Crispi nel 1890- dovrà attendere addirittura il 1949 per vedere sull’Aventino il monumento a lui dedicato ( a Firenze solo nel 1987 !).
Ma Mazzini certamente nel suo scritto del 1871 quando critica la politica dei monumenti non pensa affatto alla mancanza di statue in sua memoria, esprime invece una forte protesta nei confronti dei Savoia che secondo lui celebrano sostanzialmente se stessi, dimenticando il sacrificio di tanti democratici e repubblicani per la libertà e l’unità italiane.
Quando però scrive che le …statue sembrano inutili e dannose …prefigura il destino che avrebbe riservato loro il futuro a partire proprio dalla sua statua a Firenze in viale Mazzini, che ,solenne e seriosa, assiste impotente all’intenso e rumoroso traffico urbano che la circonda.
E lo stesso possiamo dire per tutte le altre che si trovano a Firenze : il monumento equestre di Vittorio Emanuele II sta isolato alle Cascine, Bettino Ricasoli è dirimpettaio di Ubaldino Peruzzi in Piazza Indipendenza, ignorati entrambi da passanti frettolosi, Manfredo Fanti ,tutto impettito, fa da rifugio per i piccioni di piazza S.Marco, Garibaldi sembra sorvegliato dai poliziotti che vigilano sul consolato americano , tanto per fare alcuni esempi.
Testimonianze di un passato eroico, oggi queste statue hanno perso il significato politico- storico per cui erano state realizzate, ormai esistono solo come segni urbani, sia di arredo sia di riconoscimento del luogo dove sono poste,
La memoria del Risorgimento probabilmente deve quindi trovare nuovi canali di comunicazione : cinema, televisione e sicuramente la valorizzazione della storia a scuola.
Altrimenti proprio alla scuola , quella primaria soprattutto, radicata nei quartieri della città, potrebbe essere affidato il compito di adottare questi monumenti in uno studio attivo della storia del proprio territorio, per tornare ad essere testimonianze vive del nostro Risorgimento