Il libro di Brunella Diddi e Stella Sofri.
I luoghi, i gesti e le parole, dimenticate e a volte inedite, di un’epopea, quella della Repubblica romana del 1849, che ha ancora tanto da dire all’Italia repubblicana e all’Europa di oggi. Anzi, oggi specialmente.
«Che vi sia stato un tempo in cui Mazzini governò Roma e Garibaldi ne difese le mura, suona come il sogno di un poeta», scrisse G. M. Trevelyan a proposito della Repubblica romana del 1849, e ne raccontò l’assedio come «il più commovente di tutti gli episodi della storia moderna». È senz’altro uno degli episodi di cui gli italiani possono andare più fieri. E non solo gli italiani, perché all’appello di quella ribellione rispose anche il vasto, eroico e pittoresco esercito internazionale di combattenti volontari per la libertà che aveva scosso l’Europa nel Quarantotto. Una generazione romantica, cosmopolita, che aveva esteso all’intera Europa la propria idea di patria. Sulle barricate di quei giorni, a difendere Roma c’erano giovani belgi, ungheresi, olandesi, bulgari, americani, inglesi, svizzeri, un finlandese – e molti francesi, a battersi contro l’esercito francese venuto in soccorso del potere pontificio, e riscattarne l’onore. Si trattò di una minoranza, certo, ma c’erano, e si batterono e si innamorarono, scrissero versi e dipinsero, e in tanti sono morti. C’era la legione polacca, gli esiliati di Mickiewicz, cittadini di una nazione cancellata, pellegrini che struggendosi di nostalgia accorrevano ovunque si combattesse per la patria e la libertà. E con loro ci furono donne che parteciparono agli scontri dando manforte ai soldati, signore e popolane – «prostitute», come poi le chiameranno ovviamente i vincitori – che si prodigarono per organizzare e prestare soccorso ai feriti nelle ambulanze, che li curarono negli ospedali e li accompagnarono in punto di morte. Il libro ripercorre i luoghi, i gesti e le parole, dimenticate e a volte inedite, di quella epopea, che ha ancora tanto da dire all’Italia repubblicana e all’Europa di oggi. Anzi, oggi specialmente.
Brunella Diddi ha collaborato come autrice a programmi radiofonici e televisivi; nel 2007 ha pubblicato La sentenza di Sibilla, romanzo poliziesco ambientato nel quartiere Monteverde, dove abita da molti anni.
Stella Sofri ha insegnato Lettere nelle scuole superiori fino al 2007. Monteverde, il quartiere in cui vive, una miniera per l’insegnamento della storia e della letteratura, è stato il luogo in cui sperimentare una didattica attiva e da cui trarre ispirazione per raccontare un emozionante capitolo della storia sul Risorgimento.
Edizione Sellerio 2011
224 pagine
16,00 euro