Sapore di sale, sapore di mare
che hai sulla pelle, che hai sulle labbra… sono i primi versi di una canzone di Gino Paoli , che ebbe un enorme successo nelle estati di 50 anni fa e fece da colonna sonora alle prime vacanze di massa in Italia negli anni del Boom economico.
In agosto a partire dagli anni sessanta del novecento le città italiane si svuotavano della maggior parte dei residenti ed il mare era la meta preferita di chi andava in ferie, popolando case, alberghi, pensioni dei litorali, dalla Liguria alla Sicilia, dalla Calabria al Veneto.
Ed ancora oggi questo rito estivo delle vacanze al mare persiste nonostante la situazione di crisi economica in cui si è trovata l’Italia negli ultimi anni.
Negli ultimi anni però e non solo d’estate le coste italiane, in particolare quelle del sud sono la meta di centinaia e centinaia di migranti, e spesso restano un miraggio per i frequenti naufragi dei barconi con cui questi disperati tentano di arrivare in Italia.
Solo nell’ultimo mese oltre 3.500 migranti sono approdati nei porti della Calabria e della Sicilia!
L’ondata migratoria che sta arrivando sulle coste italiane è il fenomeno potenzialmente più dirompente sul piano sociale e politico che il nostro Paese si è trovato ad affrontare dopo il terrorismo.
Di fronte a questa emergenza non possiamo contare più di tanto sulla solidarietà dell’Europa, che esiste come ci ha insegnato la crisi greca solo come unità economica, pur tuttavia necessaria con tutte le sue contraddizioni per sostenere le sfide di un mercato dei capitali e del lavoro, ormai globalizzato.
Gli interessi nazionali per altro legittimi impediscono invece una piena unità politica dell’Europa, di cui mancano infatti i presupposti storici e culturali.
Nei prossimi mesi quindi le possibili soluzioni alla drammatica questione dell’immigrazione spettano in primis al governo italiano, che deve garantire sia l’accoglienza e la salvezza di chi cerca rifugio presso di noi sia la sicurezza dei nostri confini, promuovere un serio e non demagogico processo di integrazione senza compromettere però la nostra identità nazionale.
È principalmente a tali questioni che deve rispondere la politica: cioè innanzitutto dicendo al Paese quale strategia l’Italia intende adottare non per i barconi che arrivano oggi dalla Libia o per i disperati che recentemente si sono accampati al Brennero o a Ventimiglia, ma domani e dopodomani e negli anni a venire di fronte al nostro calo demografico e agli immigrati che arriveranno comunque e di cui comunque avremo bisogno.
Una strategia che deve rientrare nell’agenda politica del governo e del parlamento a settembre dopo la pausa delle vacanze agostane; le ferie nonostante la situazione drammatica dei migranti non vanno moralmente criticate, anzi vissute senza complessi di colpa come avveniva ai tempi degli antichi romani.
Infatti Ferragosto, feriae Augusti, nacque nel 18 A.C. con lo scopo di collegare le principali festività agostane e di fornire un adeguato periodo di riposo, necessario dopo le grandi fatiche profuse durante le settimane precedenti.
Anche oggi in una situazione storica radicalmente diversa è necessaria una giusta e meritata pausa per affrontare poi con più forza e lungimiranza le problematiche di una società complessa come la nostra.
Buone ferie a tutti al mare, in montagna ed…anche a chi resta in città!