Giorni fa mi è capitato tra le mani un volumetto sgualcito ed ingiallito dal tempo, con sulla copertina una grossa coccarda tricolore accanto alla quale sta scritto “ Nel primo centenario dell’Unità d’Italia. I grandi fatti che portarono all’Unità…nelle prima pagina si legge “ questo volume è consegnato per incarico del ministro della Pubblica Istruzione…”Seguono firma del preside e timbro della scuola. Cinquant’anni fa quello era un modo – forse un po’ retorico- per ricordare agli studenti il cammino difficoltoso verso l’unificazione e ora?
Rubrica delle lettere La Repubblica 3 Marzo
E ora ?… Sono stati stanziati sei milioni di euro per mandare in gita un milione di studenti nei luoghi simbolo dei 150 anni dell’unità d’Italia secondo il protocollo d’intesa firmato il 25 Febbraio , a palazzo Chigi, da Mariastella Gelmini e Michela Vittoria Brambilla, rispettivamente ministri dell’Istruzione e del Turismo. Nella scelta delle mete e degli itinerari le scuole potranno avvalersi delle proposte indicate dall’unità tecnica per le celebrazioni, istituita presso la presidenza del Consiglio e delle iniziative promosse dal Comitato Italia 150. Le proposte dovranno essere presentate dall’11 marzo al 15 aprile e le gite potranno essere realizzate per tutto il 2011. Completa l’iniziativa un concorso che premierà i migliori filmati realizzati dagli studenti per raccontare i luoghi, gli episodi e i personaggi storici legati al viaggio. Il premio finale consiste in un bonus chilometrico da usare sulla linea ferroviaria.
Iniziativa meritoria che in parte ha rimediato all’afasia del ministero della Pubblica Istruzione sulle celebrazioni dell’Unità d’Italia.In questi mesi nessuna proposta, circolare ,indicazione era giunta ai presidi delle scuole italiane in proposito, anzi lo stesso ministro Gelmini aveva avuto delle riserve sulla chiusura festiva delle scuole il 17 Marzo.
Per completezza d’informazione vanno date però alcune notizie : tra le forme di protesta contro la politica governativa dei tagli (del personale, delle risorse economiche) i docenti hanno scelto anche la non partecipazione alle gite scolastiche ; inoltre i docenti sono restii a fare le guide in ragione di una retribuzione irrisoria a fronte di maggiori responsabilità ( vigilanza a tempo pieno degli allievi). L’amor di patria li convincerà a recedere dalle loro bellicose intenzioni ? E’ lecito dubitarne dato lo stato di salute attuale della scuola italiana. Ma la considerazione più pertinente è un’altra : i nostri studenti, almeno una parte , sono in grado di cogliere il valore formativo di questa esperienza didattica? O la gita scolastica diventa come al solito occasione ludica e giorno di vacanza rispetto alla noia delle lezioni in classe? Nei programmi attuali di storia ha peso ancora lo studio del Risorgimento oppure secondo le indicazioni di Berlinguer di quando era ministro, bisogna studiare in maniera sintetica l’Ottocento per arrivare a conoscere rapidamente i fatti del presente? E infine come postilla conclusiva va detto che, in nome della multicultura, dato che viviamo in un mondo ormai globale , pochi insegnanti fanno studiare bene la storia del nostro paese. Un consiglio al Ministro Gelmini : se vuol far del bene alla scuola italiana e far ritrovare agli studenti le loro radici storiche e culturali forse è meglio un’ora in più di storia in classe, in particolare del Risorgimento, che andare a zonzo per i luoghi simbolo di 150 anni dell’Unità d’Italia
Potranno visitarli con maggior costrutto in seguito con le loro famiglie .
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