di Piero Simonetti Presidente Comitato Maremmano per la tutela dei Valori Risorgimentali.
Nel 2007, in occasione del bicentenario della nascita di Garibaldi, detti alle stampe un modesto libro, fatto di corsa ma con il cuore e dedicato a Giuseppe Bandi, nato a Gavorrano (Gr) nel 1834 e morto a Livorno nel 1894. Il libro venne presentato nella sala consiliare del Comune di Livorno dal sindaco Cosimi e da Manfellotto, direttore del quotidiano labronico Il Tirreno.
La pubblicazione non ebbe altra pretesa se non quella di riportare alla luce la figura del mio concittadino Bandi, mazziniano fervente e segretario della Giovane Italia, ufficiale di Garibaldi nella spedizione dei Mille, attivo combattente a Custoza nel 1866, scrittore e valido giornalista.
Nel libro è contenuta però una notizia relativa ad un fatto assai particolare e collegato con il Palio di Siena. Notizia curiosa che in questo 2011 è stata ripresa da vari autori e commentatori anche senesi, in vari articoli di celebrazione risorgimentale del 150° dell’unità d’Italia.
In poche parole si tratta della vittoria della contrada dell’Oca con il fantino senese Gaetano Bastianelli detto Gano di Catera, nel Palio del 4 luglio 1858.
Il giovane studente di giurisprudenza Giuseppe Bandi stava per laurearsi. Da anni era un attivo promotore di manifestazioni contro gli Austriaci, godeva altresì della piena stima del corpo studentesco senese che in lui riconosceva l’autorevolezza del capo. Il Bandi si adoperò in tutti i modi, all’interno dei complessi meccanismi che distinguono la corsa, affinché il Palio di Provenzano del 1858 venisse vinto dall’Oca, contrada dai colori bianco e verde ma listati di rosso. Così avvenne e tutti – studenti e popolo – poterono festeggiare per le vie di Siena, inneggiando alla bandiera tricolore fino a notte inoltrata, senza subire reprimende dalla polizia granducale, avendo a pretesto il successo del “tricolore” dell’Oca. Il quotidiano online SienaFree.it ha trattato questo argomento nella cronaca del Palio del 2 luglio 2011. Al network citato i miei migliori apprezzamenti per aver ricordato Gavorrano e Giuseppe Bandi.
Nel 1861, anno dell’Unità Nazionale, quando il Regno d’Italia riscosse l’unificazione politica della penisola, l’Oca vinse di nuovo. Oggi, nell’anno in cui si celebra il 150° dell’Unità d’Italia, ancora l’Oca ha prevalso nella corsa di luglio, aggiudicandosi ancora una volta il Palio di Provenzano. L’Oca, contrada anche di Santa Caterina da Siena, Patrona d’Italia.
Oggi non c’è più il Bandi e non c’è più il granducato lorenese. Ma queste coincidenze stimolano anche intime riflessioni dal sapor di Patria, del quale spesso si è lamentata la carenza in chiave di unitarietà nazionale, più o meno minacciata da politiche avventate o da separatismi annunciati.
La grande festa senese ha ripetuto ancora una volta il suo sacro rito, carico di religiosità ed umanità, di storia e cultura, di tradizione e di appartenenza. Un altro tassello ideale che va ad incastonarsi come gemma preziosa nel solido telaio degli immutabili valori del Risorgimento Italiano.