La grande sinagoga di Firenze fu inaugurata nel 1882, qualche anno dopo l’Emancipazione degli ebrei italiani, avvenuta nel 1861 con la proclamazione dell’Unità d’Italia. E’ uno degli esempi più significativi in Europa dello stile esotico moresco. La sua fisionomia, diversa dalle tradizionali architetture fiorentine di epoca medievale – rinascimentale e la grande cupola rivestita in rame verde (in origine dorata) risaltano nello skyline della città e si impongono come monumento cittadino visibile da ogni punto panoramico. L’interno è particolarmente suggestivo per la ricchezza delle decorazioni geometriche negli affreschi alle pareti, per la luce soffusa che filtra dalle vetrate policrome e per lo splendore dei mosaici.
Storia
La comunità ebraica di Firenze è molto antica; risale probabilmente all’epoca romana. Non si conoscono tuttavia notizie certe sui luoghi di culto fino all’istituzione del ghetto nel 1571. Nel ghetto esistevano due sinagoghe, una di rito italiano e una di rito spagnolo. Vi era poi una terza sinagoga in via dei Giudei (ora via de’ Ramaglianti), dove era stato concesso ad un gruppo di famiglie ebree di prestatori di vivere fuori del ghetto vicini alla residenza granducale di Palazzo Pitti.Le due sinagoghe del ghetto cessarono di funzionare nel 1848 con la chiusura del ghetto stesso (che fu completamente demolito a fine Ottocento) e i loro arredi furono trasferiti in due oratori in via delle Oche, che con l’apertura della nuova sinagoga monumentale vennero dedicati rispettivamente al culto italiano e a quello askenazita. La loro attività cessò soltanto nel Novecento. Prima della seconda guerra mondiale venne chiuso l’oratorio di rito italiano e nel 1962 quello di rito askenazita. I loro arredi furono trasferiti in Israele, rispettivamente alla sinagoga Jad Haghiborim a Ramat Gan e alla Jeshivah Kerem be-Javne, dove si trovano tuttora. A ricordo dei due oratori resta oggi a Firenze solo una lapide sulla parete esterna dell’edificio[1]. Quanto alla sinagoga di via dei Giudei, essa andò distrutta nel corso della seconda guerra mondiale, con le mine che distrussero le strade che portavano al Ponte Vecchio.
Nel 1868, David Levi, presidente dell’Università Israelitica, con legato testamentario destinava i suoi beni alla realizzazione di una nuova sinagoga fiorentina e di un luogo di culto ebraico “degno della città”. Cominciò con l’acquisto di un terreno nei pressi del nuovo quartiere della Mattonaia e di piazza d’Azeglio e sorse così il tempio maggiore israelitico, costruito sulla base di progetti di Marco Treves, coadiuvato dagli architetti Mariano Falcini e Vincenzo Micheli e dall’ingegnere Eugenio Cioni, per la notevole spesa di un milione di lire di allora. La prima pietra, spedita da Gerusalemme, fu posta il 30 giugno 1874 e l’inaugurazione ebbe luogo il 24 ottobre 1882
L’edificio ha una struttura in travertino (bianco) e pomato rosa, è in stile moresco a pianta centrale con cupola mediana e torri laterali con cupolette in facciata. Rientra fra le sinagoghe dette “dell’emancipazione” legate al periodo storico del laicismo statale dopo la Breccia di Porta Pia e la scomunica del Regno d’Italia da parte di Papa Pio IX (1870), che limitando gli influssi del cattolicesimo nella vita pubblica ebbe come conseguenze anche quella di favorire le minoranze religiose, fino ad allora ostacolate o per quanto possibile ostracizzate. Le sinagoghe di questa stagione furono in genere progettate quindi come costruzioni indipendenti e non nascoste in edifici per civile abitazione, come avveniva nei ghetti.
Parte integrante della visita alla Sinagoga è il Museo Ebraico fondato nel 1981 e ampliato nel 2007. Allestito su due piani all’interno dell’edificio ospita una ricca collezione di oggetti cerimoniali d’arte ebraica. Argenti e tessuti provenienti dalle antiche sinagoghe del ghetto fiorentino, documentazione fotografica e archivistica riguardante la storia della comunità ebraica a Firenze. Al secondo piano sono esposti oggetti e arredi legati ai momenti più significativi del ciclo della vita ebraica, della ritualità familiare e delle festività religiose. Una sala è dedicata alla memoria della Shoah e attrezzata per proiezioni. A disposizione del pubblico un ‘area computer collegata con i maggiori musei e centri ebraici nel mondo. La fruizione del complesso è affidata alla mediazione di guide che offrono al visitatore un supporto di conoscenze per la comprensione del patrimonio culturale ebraico nelle sue diverse sfaccettature. Il percorso di visita è arricchito dalla presenza di un bookshop museale e da un ampio giardino dove sostare all’ aperto.
Sinagoga e Museo Ebraico di Firenze
Orario
da giugno a settembre, da domenica a giovedì
10.00 – 17.00
da giugno a settembre, venerdì
10.00 – 17.30
da ottobre a maggio, da domenica a giovedì
10.00 – 15.00
da ottobre a maggio, venerdì
Chiuso
Il sabato e in occasione delle festività ebraiche la Sinagoga e il Museo sono chiusi ai visitatori.
La Sinagoga è aperta esclusivamente per le funzioni religiose.
Biglietteria
chiude 45 minuti prima
Intero : € 6.50
Ridotto: studenti dai 15 ai 25 anni;
giornalisti*
gruppi superiori alle 20 persone,
possessori di un biglietto della Sinagoga di Siena o del Museo Ebraico di Venezia
Gratuito:
bambini al di sotto dei sei anni
Altre condizioni di gratuità:
possessori Firenze Card in corso di validità;
accompagnatore di un portatore di handicap;
insegnanti accompagnatori (2 ingressi gratuiti ogni 15 studenti);
accompagnatore gruppo (ogni 20 persone);