Lettere al Corriere della sera
30 novembre 2018
Caro Aldo, leggo sul Corriere che «gli austriaci avevano occupato l’Italia militarmente impiccando i patrioti». Lo Stato italiano esiste dal 21 marzo 1861 e non trovo traccia di occupazioni austriache del nostro territorio. Per completezza del suo ragguaglio, vorrei conoscere le date delle suddette incursioni. Nerio de Carlo
Caro Nerio, È vero che lo Stato unitario esiste solo dal 1861. Ma l’Italia esisteva già. Questo ha di straordinario la nostra patria. Non è nata da una guerra o da un matrimonio dinastico, non dagli intrighi della politica e della diplomazia. È nata dalla letteratura, dall’arte, dalla bellezza, dalla cultura. È nata dai versi di Dante – «ahi, serva Italia, di dolore ostello…» – e di Petrarca: «Italia mia, benché ‘l parlar sia indarno…». Alla vigilia della guerra di Chioggia, Petrarca scrisse una lettera ai dogi di Venezia e di Genova, per scongiurarli di non combattersi, con l’argomento che le due Repubbliche erano gli occhi d’Italia, e all’Italia servivano entrambi. La missiva non fu tenuta in nessun conto; eppure un seme era stato gettato. «Italia e libertà» era scritto sugli scudi dell’esercito della Serenissima, sconfitto nel 1509 ad Agnadello, alle porte di Milano. Ai tempi del Risorgimento, di cui forse dovremmo essere più orgogliosi, gli austriaci occupavano militarmente il Lombardo-Veneto, impiccando i patrioti (ricorda i martiri di Belfiore? E Amatore Sciesa, che si fa condurre alla forca rifiutando di fare i nomi dei compagni?), e controllavano più o meno direttamente il resto della penisola, tranne il Piemonte.
Non a caso, sconfitti gli austriaci a Solferino e San Martino, il loro dominio sull’Italia viene giù come un castello di carte. Continuarono anche dopo il 1861 a occupare il Veneto, e quando nel 1866 si ritirarono da Verona spararono sulla folla in festa, uccidendo una donna di 25 anni incinta, Carlotta Aschieri. Continuarono a occupare Trento e Trieste fino al 1918: l’immagine dei soldati che scherniscono Cesare Battisti sulla forca contribuì alla mobilitazione nazionale nella Grande Guerra. Invasero l’Italia fino al Piave, uccisero civili, violentarono migliaia di donne. E c’erano ovviamente soldati austriaci tra le truppe tedesche che occuparono il nostro Paese dopo l’8 settembre 1943. Ora siamo diventati amici. Ma non è una buona ragione per dimenticare gli italiani per cui l’Italia era una cosa seria, che valeva la vita. Aldo Cazzullo