Giovedì 17 dicembre 2015 nella sala concerti di Casa Martelli di Firenze si è tenuta la conferenza “Le bandiere di Dante. L’inaugurazione del monumento a Dante in Firenze Capitale e l’identità nazionale” promossa dal Comitato fiorentino per il Risorgimento in collaborazione con Il Museo di Casa Martelli, l’Associazione Insieme per San Lorenzo in occasione della prima edizione della settimana delle Associazioni culturali fiorentine.
Dopo un omaggio a Paola D’Agostino, neo direttrice del Museo Nazionale del Bargello di Firenze, sono intervenuti Laura Cirri e Sergio Casprini che ha curato nel 2013 insieme ad Alessandro Savorelli e Rodolfo Galleni la mostra dei documenti che riproducono le effigi dei numerosissimi vessilli che parteciparono all’evento, il quattordici maggio 1865, in rappresentanza di comuni, scuole istituzioni e associazioni di ogni parte della penisola.
Casprini ha rievocato la cerimonia di inaugurazione della statua di Dante posta al centro di piazza Santa Croce (in seguito rimossa incautamente nell’attuale posizione) soffermandosi sul ruolo dei monumenti nell’assetto urbanistico dell’epoca, citando lo storico dell’arte Mario De Micheli: «In Italia nell’Ottocento quello dei monumenti è stato un fenomeno di grande rilievo, una scultura espressione della borghesia risorgimentale ed infatti sarà dopo il ’60 che le statue nelle piazze si moltiplicheranno, con il compito di svolgere una funzione pedagogica nei confronti del popolo e di sviluppare presso di esso una coscienza nazionale…” ( La scultura italiana dell’Ottocento UTET 1992)
A riguardo, per inciso, non si può non ricordare la gradita guida “Firenze, percorsi risorgimentali” di Silvestra Bietoletti e Adalberto Scarlino (Lucio Pugliese edizioni) a cura del Circolo Piero Gobetti utile per maturare anche e soprattutto oggi tale coscienza.
Di seguito, Cirri in modo conciso ed efficace ha ripercorso le vicissitudini delle bandiere che sfilarono in corteo e di cui si erano perse le tracce fino al recente ritrovamento nei depositi di Palazzo Pitti. Per alcune di queste è stato possibile scattare una foto, le più attendono un delicato e oneroso restauro. Di queste si hanno le copie acquerellate in un inedito manoscritto della Biblioteca Nazionale
In particolare, hanno suscitato curiosità quelle dei gonfaloni con gli stemmi delle città di Venezia e di Roma che all’epoca erano ancora territorio straniero come ci ricorda, fra l’altro, il prezzo maggiorato (di ben il settanta per cento!) con cui veniva distribuito in quei luoghi il “Giornale del Centenario di Dante Alighieri” pubblicato per circa un anno, a cavallo tra il 1864 e il 1865, in occasione dei preparativi per la festa del centenario del Poeta. Fatto di difficile concezione per noi abituati ad un’unità e integrità nazionale, che, allora, ben lungi dall’essere scontata doveva, invece, essere conquistata. Il ritrovamento di questo significativo materiale ha motivato anche un convegno che ha avuto luogo a Palazzo Vecchio e di cui è stato pubblicato un volume che ne raccoglie gli atti: “Le Bandiere di Dante” (Edizioni il Campano).
Questa edizione di pregevole qualità a cura di Cirri, Casprini e Savorelli si articola in tre parti:
1) “La festa in piazza Santa Croce del 14 maggio 1865” con interventi di Sergio Casprini (“L’inaugurazione della statua di Dante in Piazza Santa Croce nel 1865: celebrazione di Firenze capitale ed educazione ai valori nazionali”), Alessandro Savorelli (“Le bandiere della festa di Dante: un plebiscito per immagini”) e Laura Cirri (“Una parata di simboli per la giovane Patria”);
2) “Musei, archivi, biblioteche: la memoria dell’evento” con interventi di Laura Lucchesi (“Bandiere per l’Italia: una storia ritrovata”) e Maria Letizia Sebastiani (“La festa di Dante nei manoscritti della Biblioteca Nazionale”);
3) ”Dante e il Risorgimento” con interventi di Cosimo Ceccuti (“Dante padre della nazione”) e Carlo Sisi (“Santa Croce e il mito di Dante”).
Arricchisce l’opera il Catalogo della mostra “Le Bandiere di Dante”, Firenze Biblioteca Nazionale Centrale, tribuna dantesca 15-29 ottobre 2013.
La conferenza si è conclusa con un brindisi per gli auguri di Natale. Auguri che è opportuno continuare a fare se vogliamo conservare memoria del significato di questa ricorrenza. Non c’entra la religione, ma la storia, duemila anni di storia occidentale. E se ci si ferma a riflettere senza pregiudizi e pretesti polemici ci accorgeremmo che ricordare la nascita di Gesù secondo quanto riportato dalla tradizione evangelica è più motivo di unione e rispetto verso tutti che di divisione.
Poi ognuno festeggerà come meglio crede, se crede.