Come cimitero protestante, era posto fuori delle mura cittadine in prossimità della Porta a Pinti, da cui prendeva originariamente il nome. Il cimitero è posto sulla sommità di una montagnola naturale sulla quale la gente, agli inizi del secolo XIX, saliva per assistere al gioco del pallone che si svolgeva nella radura pianeggiante adiacente, oggi sede del viale Matteotti. L’area fu ceduta dal governo granducale nel 1827 alla Chiesa Evangelica Riformata (Svizzera) e venne ampliata nel 1860 con una ulteriore cessione di terreno. La sistemazione attuale del cimitero si deve al piano di Giuseppe Poggi per Firenze Capitale: abbattimento delle mura cittadine e creazione di Piazzale Donatello con giardini alberati sulla parte nord. Dunque è nel 1870 che la piazza si definisce nella sua attuale configurazione: viali di circonvallazione, costruzione dell’isolato degli “artisti”, spazi verdi ed il cimitero come “isola” all’interno di questo sistema, appartata e lontana da tutto quello che la circonda. Il cimitero chiuse i suoi cancelli nel 1877 divenendo il custode della memoria di un Ottocento cosmopolita che ha onorato Firenze. L’impianto del cimitero è semplice e razionale: due viali principali inghiaiati ed ortogonali al cui incrocio, in corrispondenza della sommità dell’area, è posta la colonna fatta erigere da Federico Guglielmo di Prussia nel 1858. Le tombe non hanno una disposizione rigida e regolare come avviene nei cimiteri cattolici, ma più paesaggistico romantica, accentuata dall’andamento del terreno e dalla presenza di una certa varietà di essenze arboree ed arbustive.
Piazzale Donatello 38
Ingresso con offerta libera
Orario di apertura: ore 14 -17(invernale) 15-18(estivo) , lunedì 9-12, sabato e domenica chiuso
Julia Bolton Holloway è la custode del cimitero inglese di piazza Donatello a Firenze. Di origine inglese, nata nel 1937, già docente a Princeton, tre figli e otto nipoti, un matrimonio fallito, aspirante monaca anglicana passata infine alla Chiesa Cattolica, Julia vive in solitudine in mezzo al chiasso della città moderna e da quella solitudine anima un gruppo di spiritualità che si riunisce una volta alla settimana.
E’ esaustiva e significativa una sua testimonianza sul cimitero e sugli ultimi interventi di restauro:
Tra i recenti restauri che sono stati condotti è da segnalare l’allegoria della Morte scolpita dallo scultore carrarese Giuseppe Lazzerini per la tomba del giovane Andrea Casentini: restaurata dall’Opificio delle Pietre Dure, la statua è stata esposta nel 2011 a Roma a Castel Sant’Angelo prima di ritornare in sede. Inoltre è da segnalare il restauro dell’allegoria della Speranza dello scultore Odoardo Fantacchiotti, di cui ricorreva nel 2011 il duecentenario della nascita; questo restauro è stato condotto con nuove tecniche di intervento sul marmo da un’équipe dell’Istituto “Nello Carrara”del CNR. Il Rotary Club Firenze ha sostenuto il restauro della stele di Mary Anne Salisbury, dedicata da Rosina Buonarroti Simoni, ultima discendente di Michelangelo, alla sua affezionata governante.
Il generale lavoro di manutenzione e restauro delle tombe ha messo in luce recentemente la presenza elle tombe di Bartolomeo Odicini, medico di Anita Garibaldi e dei suoi figli in Uruguay e, dopo Aspromonte, dello stesso Garibaldi; di Demetrio Corgialegno, originario di Cefalonia che combattè a fianco di Lord Byron; e dei figli, morti in tenera età, di Giorgio e Albana Mignay, che erano rispettivamente il pittore greco che ritrasse il salotto di Elizabeth Barrett Browning come era al tempo della morte della poetessa, e la scrittrice e famosa bellezza che fu modella dello scultore americano Hiram Powers per la statua della Schiava Greca esposta all’Esposizione mondiale del 1851 al Crystal Palace di Londra. Altre significative presenze del cimitero sono tra i poeti e gli scrittori: Elizabeth Barrett Browning, Walter Savage Landor, Frances Trollope e Arthur Hugh Clough; e poi alcuni parenti di Jane Austen e di William Wordsworth, e la piccola principessa Vera Urosova, la cui famiglia era in stretta relazione con i Tolstoy. Infine, molti tra i personaggi sepolti al cimitero sono legati alle lotte contro la schiavitù: oltre a Elizabeth Barrett Browning e Theodore Parker, accesi fautori dell’abolizionismo, è sepolta qui Nadezhda, schiava nera arrivata dalla Nubia a quattordici anni e battezzata in una famiglia russa ortodossa, sepolta a poco più di trent’anni. Frederick Douglass, americano, nato in schiavitù e divenuto scrittore, uomo politico, leader del movimento abolizionista, venne a Firenze a rendere omaggio alle tombe di Theodore Parker ed Elizabeth Barrett Browning al cimitero di piazza Donatello. Sappiamo dall’archivio cimiteriale che alcune persone sono sepolte qui ma le loro tombe non sono riconoscibili. Tra queste, Emma Carew, figlia di Emma Hamilton e sorellastra di Horatia Nelson, istitutrice sul continente, Catherine Mc Kinnon, originaria dell’Isle of Mull, istitutrice presso lo Zar di Russia e Catherine Louise Adams Kuhn, sorella di Henry Adams, morta di tetano durante un soggiorno toscano. Grazie alla cura e all’impegno costante del suo presidente Gerardo Kraft e di Mario Marziale, pastore della Chiesa evangelica riformata svizzera, questo straordinario monumento non solo fiorentino, ma di importanza europea e mondiale, è sottratto alla decadenza e preservato per la memoria delle future generazioni.