Suzanne Stewart-Steinberg
traduzione di Anna Maria Paci
Elliot, 2011
pp. 576, euro 25
C’è un periodo storico della nostra storia patria che è poco analizzato: quello che va dal 1861 al 1922. Non sono due date a caso, ma due momenti importanti per lo Stivale: l’unità d’Italia, la prima data, e l’ascesa del fascismo, la seconda. Si tratta di un periodo che potremmo definire mitico, in quanto in questi anni si costituisce il (fragile) assetto politico alla ricerca di una cultura per l’Italia unita. Sono proprio questi anni che Suzanne Stewart-Steinberg – docente di letteratura comparata (con particolare interesse per la politica e la letteratura italiane e tedesche nel XIX e XX secolo) presso la Brown University (Providence, Rhode Island, USA) – scandaglia nel suo poderoso saggio L’effetto Pinocchio. Italia 1861-1922. La costruzione di una complessa modernità, tradotto in italiano da Anna Maria Paci e pubblicata per i tipi di Elliot.
È un periodo praticamente sconosciuto – scrive l’autrice – vittima di una sorta di inerzia metodologica da parte della critica, tradizionalmente concentrata sul precedente periodo risorgimentale o sul successivo periodo fascista (con qualche eccezione, dovuta in particolare alle storiche del femminismo e di alcuni sociologici della cultura).
La studiosa, quindi, presenta nel suo saggio alcuni aspetti peculiari di quel sessantennio e li analizza in maniera approfondita, facendo ricordo anche a diverse immagini d’epoca. La simbologia intorno al quale si impernia lo studio è quella di Pinocchio, le cui avventure furono pubblicate da Carlo Collodi per la prima volta, a puntate, su Il Giornale per i bambini tra il luglio del 1881 e il gennaio 1883 e poi ripubblicate in volume a Firenze nel 1883.