L’inaugurazione del monumento a Dante in Firenze capitale
Il 14 maggio sarà memorabile nella storia degli italiani: e resterà ricordo glorioso della gioia di un giorno che cancella un dolore di secoli. Spettacolo maestoso: che compendiava tutte le nostre istorie nell’assemblamento lieto di tante genti fin oggi divise, e vaticinava alla madre patria serenità e sicurezza di futuri destini» [La Nazione. 15/5/1864]
Il 14 maggio 1865, alla presenza di Vittorio Emanuele II a Firenze fu inaugurato il monumento a Dante in Piazza Santa Croce. La solenne cerimonia fu preceduta da un corteo al quale presenziarono circa 300 bandiere di province, comuni, scuole, istituzioni culturali, e associazioni professionali: una sorta di «plebiscito simbolico» della società civile nel nome del poeta.
Questi stendardi e vessilli dopo la cerimonia all’inizio furono esposti a Palazzo Vecchio, poi nel corso degli anni furono dispersi in varie sedi ed oggi giacciono dimenticati, la maggior parte in pessimo stato, alla Galleria del Costume di Palazzo Pitti.
Martedì 15 ottobre, la mattina in una mostra alla Biblioteca nazionale, il pomeriggio in un convegno nel salone de’Dugento in Palazzo Vecchio, viene riannodato il filo della memoria dello spettacolo del 15 maggio 1865, vengono presentate le immagini di quella parata variopinta di bandiere, viene celebrata la figura del sommo poeta, l’Italiano più italiano che sia stato mai. (Cesare Balbo).
Il 1865 è stato l’anno in cui Firenze diventava capitale del neonato stato italiano e quindi i festeggiamenti in onore di Dante in Piazza Santa Croce furono la consacrazione dell’importante ruolo che assumeva la cittadinanza fiorentina nell’Italia di quegli anni.
Il Comitato Fiorentino per il Risorgimento, che ha promosso questa iniziativa sulle Bandiere di Dante con il sostegno delle istituzioni cittadine, nell’ambito delle prossime celebrazioni di Firenze Capitale, tra le finalità del convegno a Palazzo Vecchio porrà in primo luogo la questione non solo del recupero delle bandiere, testimonianze artistiche e storiche dell’evento di Santa Croce ma anche della necessita di istituire a Firenze un Museo della Città, ovviamente con una sezione sul Risorgimento in Toscana.
La cerimonia del maggio del 1865 ha anche però un significato simbolico e politico con un forte valore di attualità, se reinterpretato alla luce della situazione politica dell’Italia dei nostri tempi.
Nella cronaca giornalistica di quei giorni la sfilata di vessilli, stendardi , bandiere, caratterizzate dal segno distintivo di appartenenza ad un comune meridionale o settentrionale, ad un’associazione culturale o politica, rappresentava l’Italia dei mille municipi che si stringeva attorno al re come istituzione simbolo della sovranità nazionale.
Non c’è più il re sabaudo, c’è oggi il presidente Napolitano, come garante della sovranità nazionale; attorno alla sua figura istituzionale devono sentirsi unite le molteplici espressioni della società civile , come è già avvenuto durante le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia.
Ritrovare oggi quel sentimento di unità, che si è espresso nella festa di popolo a Santa Croce il 14 maggio 1865 è la condizione necessaria per risolvere la crisi politica ed istituzionale del nostro paese, in momento anche di grave recessione economica.
Ricordare quindi Le Bandiere di Dante non deve tradursi in una rievocazione nostalgica degli anni di Firenze Capitale, ma un ulteriore occasione per ritrovare l’orgoglio di essere italiani e un popolo unito.