
Una mostra monografica celebra l’architetto e scultore granducale che fece scuola a Firenze.
Nel costruire l’impalcatura della rassegna Giovan Battista Foggini (1652-1725) architetto e scultore granducale, dal 10 aprile al 9 settembre a Palazzo Medici Riccardi, lo studioso Riccardo Spinelli si è imbattuto in magnifiche scoperte e inediti dell’artista che non ancora ventenne e invalidato dal vaiolo contratto a 7 anni, inanellava affari con committenti eccelsi, tra cui Luigi XIV, il Re Sole, che pretese anche una replica del «porcellino». In mostra vediamo L’Arrotino e Il Cinghiale, repliche da celebri sculture antiche delle collezioni medicee, inviate a Versailles nel 1684, testimonianza del prestigio internazionale di una personalità eclettica, protagonista della scena artistica per molti anni.
La retrospettiva, messa su da Città Metropolitana di Firenze con Fondazione Mus.e e il supporto scientifico di Valentina Zucchi, celebra il terzo centenario della morte di Giovan Battista Foggini — per molti «il Bernini cittadino» — e ammicca al visitatore con ottanta opere tra sculture, decori e manufatti preziosi che ricordano l’artista anche nel ruolo di direttore delle Manifatture di Galleria. Alcune opere sono frutto di prestiti internazionali; altre scovate in ameni luoghi di provincia, altre ancora esaltati dagli scatti fotografici di Paolo Bacherini a cui è dedicata una sala ad hoc. «C’è ancora molto da scoprire su questo genio creativo — ammette il curatore Riccardo Spinelli — Questa mostra offre a noi studiosi molti spunti di indagine su un artista che sebbene influenzato dall’arte romana ha definito con originalità l’immagine della Firenze del tardo Seicento». Tutt’altro che casuale la sede espositiva offerta da Palazzo Medici Riccardi, prima residenza della famiglia Medici. Con la contigua Biblioteca Riccardiana che entra in campo nel progetto espositivo con alcune testimonianze dell’arte del Foggini, tra cui un busto dedicato a Vincenzo Capponi, munifico fornitore di tomi alla biblioteca. Anche la biblioteca Moreniana mette a disposizione un carteggio di 500 missive. A Palazzo Medici Riccardi, Foggini architetto si espresse nella realizzazione dello scalone monumentale, nel prolungamento della facciata su Via Cavour, nella sistemazione dei cortili come nei fregi floreali che si rincorrono negli alti soffitti dell’edificio.
Cinque le sezioni tematiche della monografica: la scultura in bronzo, marmo e terracotta nelle prime due sale (con qualche omaggio alla porcellana di Doccia), l’attività di architetto e designer e il suo ruolo nella produzione di oggetti tempestati di pietre dure e decorati con metalli preziosi, tra cui brilla la «cassetta» proveniente dal Minneapolis Institute of Arts, probabilmente atta a custodire unguenti e pozioni farmaceutiche. La rassegna apre con le opere giovanili dove è visibile la formazione romana all’Accademia Medicea fondata da Cosimo III, con disegni e lavori in terracotta come Il mito di Pigmalione, (Accademia di San Luca 1673), una Crocifissione con dolenti in bronzo, affiancata dall’inedito bozzetto preparatorio, la Strage dei figli di Niobe del 1674, la Sacra famiglia eil Ratto di Proserpina agli inferi, del Museo Nazionale del Bargello.
Non pochi i prestiti concessi dall’estero: Museo del Louvre di Parigi, Bayerisches Nationalmuseum di Monaco, Staatliche Kunstsammlungen di Dresda e dall’Italia dalle Gallerie degli Uffizi, oltre a diversi privati. Vengono dalle Cappelle medicee i sontuosi reliquari e da Palazzo Pitti il tavolo intarsiato in pietre dure al centro della IV sala.
Loredana Ficicchia Corriere Fiorentino 10 aprile 2025
