La distruzione del passato
Autore Adriano Prosperi
Editore Einaudi
Anno 2021
Pag. 121
Prezzo 12,00
Si moltiplicano i segnali d’allarme sulla perdita di memoria collettiva e di ignoranza della nostra storia. Nella realtà italiana di oggi c’è un passato che sembra dimenticato. E il peso dell’oblio è qui forse più forte che altrove. Ma che cosa significa liberarsi dal peso del passato?
…Il libro di Prosperi è smilzo, 121 pagine delle “Vele” Einaudi, si intitola “Un tempo senza storia. La distruzione del passato”, è una requisitoria contro il presente e la sua maligna o distratta congiura contro la storia, a partire dalla scuola, e con le manifestazioni più triviali nella politica. Non che Prosperi non veda quale enorme vantaggio assicurino i mezzi di conoscenza contemporanei, Google, per intenderci, tanto più a chi abbia prima fatto “buoni studi”. Ma si è interrotta la trasmissione tra le generazioni, nella società, nella famiglia e nella scuola. Non sono sicuro di aver capito bene la distinzione, cui Prosperi esorta, fra memoria e storia, se non nel contrasto, che tende a diventare insofferenza e conflitto aperto, fra testimoni, che la nostra longevità protrae a oltranza, e aspiranti storici, impazienti di occupare un campo sgombro (la pandemia aiuta). Un fenomeno che la brevità media e accidentata delle vite riduceva fino all’irrilevanza di risentimenti di veterani, è oggi sentimento vissuto di intere generazioni: il sentimento che gli aspiranti storici del tempo che è stato il loro non ne sappiano e non ne vogliano capire niente. Psicologia, nostalgia, autodifesa, come volete, ma è anche il punto drammatico della perdita degli ultimi testimoni diretti della Shoah, sostituita solo in parte dall’esperienza diversa della loro seconda e terza generazione. La condizione dell’inizio, il ritorno dai campi, l’insofferenza verso storie così tristi e smisurate, che mortificavano e sminuivano la tristezza di altre storie, l’insofferenza che faceva rifiutare il libro di Primo Levi e persuadeva i superstiti al mutismo, torna a presentarsi, esacerbata, alla fine della parabola, quando alla negazione e alla minimizzazione si aggiunge una specie di sazietà: ancora Auschwitz, ancora ebrei, non se ne può più, la vita continua… Adriano Sofri Il Foglio 29 gennaio 2021
Adriano Prosperi (1939) è professore emerito di Storia moderna presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. Tra le sue opere, nel catalogo Einaudi: Tribunali della coscienza. Inquisitori, confessori, missionari (1996 e 2009), Storia moderna e contemporanea (con P. Viola, 2000); Il Concilio di Trento: una introduzione storica (2001); Dare l’anima. Storia di un infanticidio (2005 e nuova edizione 2015); Giustizia bendata. Percorsi storici di un’immagine (2008); Cause perse. Un diario civile (2010); Delitto e perdono. La pena di morte nell’orizzonte mentale dell’Europa cristiana (2013 e nuova edizione 2016); La vocazione. Storie di gesuiti tra Cinquecento e Seicento (2016); Un volgo disperso. Contadini d’Italia nell’Ottocento (2019) e Un tempo senza storia. La distruzione del passato (2021).
La persistenza della memoria Salvador Dalí 1931