LETTERE al Corriere della Sera 13 maggio
Caro Aldo, non credo che tante donne si siano inventate molestie da parte degli alpini, e siccome siamo un Paese «garantista» aspettiamo la solita inchiesta. Se le accuse risulteranno vere, allora potremo dire che esse sono l’ulteriore manifestazione del degrado in cui versa l’Italia, anche nei suoi lati una volta nobili. Anna Maria Bruscolini
Cara Anna Maria, di solito nelle discussioni pubbliche italiane prevalgono sempre i sentimenti e gli orientamenti privati: per la mamma dell’alpino, l’alpino è innocente, per la mamma della ragazza molestata, l’alpino è colpevole; la sinistra chiede la massima severità, i giornali di destra titolano «la sinistra molesta gli alpini». Vogliamo provare a uscire dallo schema? Il lavoro mi ha portato diverse volte tra gli alpini, nelle caserme in Piemonte e nelle missioni all’estero. Ho incontrato soldati di grande spessore professionale e morale: gente che parlava le lingue straniere, che aveva non solo la storica disponibilità al sacrificio ma soprattutto un addestramento specifico. I primi ad avere tutto l’interesse affinché sia fatta piena luce su quanto è accaduto a Rimini sono proprio loro. Non è inutile ricordare che la responsabilità è sempre individuale, mai di un corpo militare o di un’istituzione nel suo complesso. Qui però parliamo di molestie di gruppo, quindi particolarmente odiose e gravi. Anche se in un primo tempo sembrava che ci fossero poche denunce non per questo le cose sono meno gravi; tanto più che adesso le segnalazioni fioccano. Vuole la mia sensazione, gentile signora Bruscolini? Non c’è un degrado del Paese; anzi, ci sono segni di riscossa. Queste cose sono sempre accadute; la differenza è che ora le donne non subiscono in silenzio; hanno capito che non sono loro a doversi vergognare; e quindi giustamente parlano, raccontano, denunciano. E i racconti che abbiamo sentito — l’ha scritto bene Massimo Gramellini — non sono corteggiamenti; sono molestie. In sintesi: i veri alpini non sono così; un vero alpino difende le ragazze, non le molesta; chi ha sbagliato dovrà pagare; non criminalizziamo in blocco una comunità di persone, un tassello dell’identità italiana. Aldo Cazzullo