Il parlamento non è un congresso di ambasciatori di opposti e ostili interessi, interessi che ciascuno deve tutelare come agente o avvocato; il parlamento è assemblea deliberante di una nazione, con un solo interesse, quello dell’intero, dove non dovrebbero essere di guida interessi e pregiudizi locali, ma il bene generale….
Edmund Burke Discorso agli elettori di Bristol 1774
Dal 2013 con una Circolare della Presidenza del Consiglio dei Ministri è stata istituita come solennità civile la data del 17 marzo – “Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’inno e della bandiera, data che dovrebbe essere compito delle scuole ricordare alle nuove generazioni come evento simbolico e paradigmatico di una Nascita di una Nazione, evocata dalla Primavera dei popoli del 1848 e conclusasi con la Grande Guerra, della cui vittoria si celebra proprio quest’anno il centenario.
Una data da ricordare proprio nelle scuole perché i giovani furono protagonisti di quelle lontane vicende: basti pensare nel 1848 al Battaglione dei Volontari toscani a Curtatone e Montanara e nel 1918 ai Ragazzi del ’99 che si sacrificarono sulla linea del Piave fino alla riscossa di Vittorio Veneto.
Ed oggi, in tempo di pace e di democrazia, i giovani italiani si trovano di fronte ad un’importante scadenza elettorale, quella del 4 marzo 2018 in cui si elegge il nuovo parlamento italiano, con le idee confuse senza la reale consapevolezza delle questioni in gioco e con il rischio o di un voto non sufficientemente meditato o semplicemente non andando a votare.
Certamente una elezione politica misura il grado di coscienza civica e politica di tutti gli elettori, uomini e donne, ma in particolare è un momento significativo per chi prova a contare e contarsi per la prima volta con curiosità, incertezza ma anche speranza nel mondo delle istituzioni del Paese in cui vive.
E il mondo della politica oggi offre uno spettacolo desolante con i partiti attenti soltanto al loro successo elettorale e non al successo del Paese, tra l’altro in un contesto interno e internazionale difficile, confondendo etica pubblica con giustizialismo e dosi di moralismo un tanto al chilo, riducendo la complessa questione dell’accoglienza ed integrazione dei migranti in termini ideologici di razzismo o antirazzismo, enfatizzando fenomeni di delinquenza politica, da reprimere solo con la forza del diritto e delle leggi di uno stato democratico, con le fruste categorie del fascismo ed antifascismo.
Ed i media in buona parte danno il loro contributo a dare un’immagine solo in negativo del nostro Paese e delle sue istituzioni, quando invece l’Italia ha segmenti della sua economia e delle sue istituzioni che funzionano bene ed ha pure le risorse per rimettere in sesto quelli che non funzionano. È la chiarezza delle idee, indispensabile a disegnare e attuare le riforme necessarie, che in molti partiti manca.
E soprattutto manca una visione nazionale condivisa, allo stesso tempo realistica ed entusiasmante perché le nuove generazioni possano ritrovare la passione per la politica, i valori e gli ideali come ebbero nel Risorgimento i giovani che sacrificarono la loro vita a Curtatone ed a Vittorio Veneto!
Sergio Casprini