Il libro di Giorgio Napolitano.
“Una e indivisibile” è il titolo del libro di Giorgio Napolitano, edito da Rizzoli, che raccoglie le “riflessioni sui 150 anni della nostra Italia” compiute dal Presidente della Repubblica ripercorrendo le tappe del processo storico che ha fatto dell’Italia una moderna nazione europea, con la consapevolezza delle durissime prove affrontate e la fiducia nella capacità del Paese di superare le sfide che l’attendono.
Le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia hanno visto una partecipazione popolare al di là di ogni aspettativa: iniziative promosse da istituzioni, scuole, piccoli e grandi Comuni, associazioni locali. Nell’esplosione di bandiere tricolori si è mostrata la profondità delle radici del nostro “stare insieme” come nazione, come Italia unita. Le parole scolpite nella Costituzione per definire la Repubblica – “una e indivisibile” – hanno trovato un riscontro autentico in milioni di italiani.
“L’aver fatto leva – ha scritto il Presidente della Repubblica nella prefazione al volume – sull’occasione del Centocinquantenario, l’aver puntato su celebrazioni condivise, è stato dunque giusto e ha pagato. Non bastava però lanciare un appello generico: occorreva richiamare in modo argomentato fatti storici ed esperienze, fare i conti con interrogativi e anche con luoghi comuni, favorire quella che non esito a chiamare una riappropriazione diffusa, da parte degli italiani, del filo conduttore del loro divenire storico, del loro avanzare – tra ostacoli e difficoltà, cadute e riabilitazioni, battute d’arresto e balzi in avanti – come società e come Stato nei secoli XIX e XX. Gli interventi che ho svolto, nel succedersi delle iniziative per il Centocinquantenario, hanno segnato i momenti e i contenuti dello sforzo compiuto: spero che il leggerli, raccolti in volume, ne renda il senso complessivo, lo sviluppo coerente”.
Per il Capo dello Stato “non si è trattato di un fuoco fortuito, di un’accensione passeggera che già sta per spegnersi, di una parentesi che forse si è già chiusa. No, si è trattato di un risveglio di coscienza unitaria e nazionale, le cui tracce restano e i cui frutti sono ancora largamente da cogliere. Non ci porti fuori strada l’impressione che appena dopo aver finito di celebrare il Centocinquantenario in un clima festoso e riflessivo, aperto e solidale, si sia ritornati alle abituali contrapposizioni, alle incomunicabilità, alle estreme partigianerie della politica quotidiana. Quel lievito di nuova consapevolezza e responsabilità condivisa che ha fatto crescere le celebrazioni del Centocinquantenario continuerà a operare sotto la superficie delle chiusure e rissosità distruttive, e non favorirà i seminatori di divisione, gli avversari di quel cambiamento di cui l’Italia e gli italiani hanno bisogno per superare le ardue prove di oggi e di domani”.
Il libro, nei diversi testi che lo compongono, tocca gli aspetti salienti del processo di unificazione nazionale: la sapiente architettura ideata da Cavour, lo slancio eroico suscitato da Garibaldi, la partecipazione attiva della società meridionale alla costruzione dell’Italia unita, i profondi legami del movimento per l’unità nazionale con le esperienze europee, l’azione unificante della lingua e della cultura. Il Presidente Napolitano non nasconde le zone d’ombra e le promesse non mantenute, in particolare lo squilibrio tra Nord e Sud e l’attuazione lenta e parziale di quell’autonomismo, fino al federalismo, ben presente nelle visioni risorgimentali e infine nel dettato della Costituzione repubblicana.
Per il Presidente della Repubblica, che secondo la Carta Costituzionale “rappresenta l’unità nazionale”, le ragioni di dignità e di orgoglio offerte dalla storia del movimento di unificazione dell’Italia consentono di affrontare con fiducia le nuove sfide che sono di fronte al Paese.
Rizzoli pp.180 euro 15