Autore: Paolo Macry
Descrizione: Volume in formato 8°; 160 pagine
Luogo, Editore, data: Bologna, Il Mulino, 2012
Collana: Intersezioni
Prezzo: Euro 13,5
«Il Risorgimento è un campo di forti tensioni, un’epopea lacerata. Ciò che rende particolarmente intricati e duraturi quei conflitti è la loro matrice territoriale: il fatto che si coagulino attorno alla vistosa diversità politica, strutturale e culturale fra regioni settentrionali e regioni meridionali. Quella sorta di confine interno costituisce il cuore stesso dei problemi del Risorgimento. Nata fra Torino e l’Europa, l’unità italiana si compie a Mezzogiorno.»
Se l’anniversario dell’Unificazione ha ricordato agli italiani l’importanza del processo che nel 1861 riunisce i territori della penisola in uno stato nazionale, molto c’è ancora da fare per giungere a una sua valutazione spassionata. Soprattutto per quanto riguarda il ruolo del Mezzogiorno. Com’è possibile che il Regno delle Due Sicilie si sia liquefatto davanti a mille volontari guidati da un pittoresco generale in poncho e camicia rossa? Che parte hanno, negli avvenimenti, le iniziative delle popolazioni meridionali o, piuttosto, gli errori dell’élite borbonica? E cos’ha significato, per la storia lunga del paese, la fusione di realtà molto diverse come il Nord e il Sud? Il saggio mette a fuoco i punti salienti di questo sofferto percorso, interpretando in modo innovativo una «questione meridionale» che, dopo aver condizionato fortemente lo stesso Risorgimento, resta tuttora un argomento primario dell’agenda politica italiana.
Paolo Macry insegna Storia contemporanea nell’Università di Napoli Federico II. Con il Mulino ha pubblicato «La società contemporanea» (1992), «Ottocento» (2002) e «Gli ultimi giorni. Stati che crollano nell’Europa del Novecento» (2009).