Caro direttore, da molti anni stiamo vivendo, come Italiani, una profonda crisi morale e umana, prima ancora che economica e politica. Durante questa pandemia sono arrivato a sperare che questo tragico frangente potesse far rivivere le nostre qualità migliori di solidarietà, intelligenza e tenacia. Mi dicevo: –È nei peggiori momenti che gli Italiani danno il meglio… Questo è avvenuto, in molti casi: lo abbiamo visto nello spirito di servizio generoso di tanti medici, infermieri, volontari, e di tutti quelli che di fronte alle necessità dei più deboli non se ne sono stati con le mani in mano, e hanno affrontato fatiche e rischi pensando agli altri prima che a se stessi.
Dall’inizio di marzo 2020 al 21 maggio 2021 risultano caduti, combattendo a fianco dei malati di covid, 359 medici. Il numero di infermieri e altro personale sanitario, compresi caregivers e assistenti familiari, che sono deceduti dopo essere stati contagiati dalle persone affidate alle loro cure è molto più alto, ma non ho trovato dati completi. Non credo però che questa volta il disagio e il dolore saranno, per la maggior parte degli italiani, un’opportunità di riflessione e di crescita. Ci fu, all’inizio della primavera del 2020, una fase semi-eroica con canti, inni, scritte cubitali dietro i vetri con grafie di bambini che promettevano: “ANDRA’ TUTTO BENE!”, bandiere tricolori esposte ai balconi.Nel web si incrociavano messaggi attestanti la volontà degli italiani di resistere, frammisti ad altri messaggi che ipotizzavano un complotto straniero (cinese?) o se la prendevano, chissà perché, con i governi europei e il resto dei paesi del mondo, accusati di essere indifferenti o colpevoli per quanto stava succedendo al nostro Paese. Negli anonimi palazzoni di periferia e un po’ dappertutto, i vicini di casa cominciarono improvvisamente a sbracciarsi da lontano, con ammiccamenti affettuosi e grandi gesti di riconoscimento nei confronti del dirimpettaio fino al giorno prima completamente invisibile.
Oggi, a quattordici mesi di distanza, le bandiere tricolori ciondolano flosce dai balconi, ingrigite dallo smog, scolorite e sfilacciate da sole, vento e pioggia. Perché le persone sono entusiaste, ma anche pigre, espongono le bandiere ma poi non si sognano di averne cura. I bambini di “ANDRÀ TUTTO BENE!” intristiscono dietro alle mascherine, i genitori sono sempre più nevrastenici, alle finestre non si canta più “Sono un italiano vero” e nemmeno “Fratelli d’Italia”, tra vicini di casa ci si saluta con un mugugno distratto.
La grande opportunità, offerta dalla pandemia, di tornare a comportarsi da esseri umani, l’abbiamo sprecata?
Saluti
Livio Ghelli