Firenze, piazzale del Poggio Imperiale
La villa di Poggio Imperiale sorge a ridosso dell’Oltrarno fiorentino sulla collina di Arcetri, all’esterno delle antiche mura della città che comprendono il vicino giardino di Boboli. Si colloca a circa un chilometro dal piazzale di porta Romana e a due da palazzo Pitti, risiedendo dunque in un contesto di forte pregnanza storica nonché in un ambito paesaggistico e panoramico di rilevante suggestione e pregio. Vi si accede percorrendo per circa un chilometro un lungo viale, l’antico ‘Stradone’ costruito per volontà di Maria Maddalena d’Austria, fiancheggiato da olmi, lecci e cipressi, che dal Piazzale di Porta Romana, in un incremento di suggestiva percezione prospettica della facciata, conduce alla villa.
La villa appartenuta ai Baroncelli, ai Pandolfini, e ai Salviati, venne confiscata a questi ultimi da Cosimo I che, nel 1565, la donò alla figlia Isabella sposa di Paolo Giordano Orsini.
Acquistata dalla granduchessa Maria Maddalena d’Asburgo nel 1622, venne notevolmente ampliata e abbellita nella sua struttura architettonica con un progetto di Giulio Parigi, il quale provvide anche a dotarla di un imponente viale di accesso che la collegava con il piazzale di Porta Romana.
I lavori si conclusero nel 1624, e da allora la villa venne denominata ‘del Poggio Imperiale’ in ricordo e in onore della granduchessa che l’aveva rinnovata.
Nel 1681, altri lavori vennero ordinati dalla granduchessa Vittoria della Rovere agli architetti Diacinto Maria Marmi e Ferdinando Tacca.
A quasi un secolo di distanza, la villa fu oggetto di nuovi interventi edilizi quando Pietro Leopoldo, recatosi al Poggio Imperiale insieme alla granduchessa sua consorte nel 1765, decise di privilegiarla come residenza per la bellezza degli ambienti e della posizione.
Venne incaricato l’architetto Niccolò Gaspero Maria Paoletti, che trasformò l’originario impianto planimetrico a T in un grosso volume rettangolare compatto, e col dotare la villa di due grandi cortili simmetrici a quello centrale più antico.
Nel 1806, Maria Luisa di Borbone regina d’Etruria commissionò a Pasquale Poccianti, allievo del Paoletti, il rifacimento della facciata nel gusto neoclassico. Del suo progetto venne realizzato soltanto il portico centrale in bugnato a cinque arcate con rampe laterali.
Più tardi, Elisa Baciocchi sorella di Napoleone incaricò Giuseppe Cacialli di completare i lavori al portico, che fu elevato di un piano con una loggia formata da cinque arcate ioniche sormontate da un frontone triangolare decorato con bassorilievi.
Dal 1814, seguirono i lavori per la costruzione dei due avancorpi laterali con portici sulla stessa facciata. Questo intervento chiuse definitivamente l’avvicendamento degli interventi alla villa con l’attuale connotazione neoclassica.
Nel 1864, nell’imminenza del trasferimento della capitale da Torino a Firenze, il governo cedette la villa all’Educandato Femminile della Santissima Annunziata di Firenze, che ancora la occupa.
La Villa è una delle poche ville medicee aperta al pubblico come museo, ogni domenica mattina (fuori vacanze scolari).
La storia dell‘Istituto Statale della Ss. Annunziata