Villa il Pozzino è una villa sulle colline di Firenze situata in via Giovanni da San Giovanni 12 (zona Castello).
Il nome della villa deriva dal pozzo situato nel cortile interno della villa, che venne costruita in una data imprecisata verso il XV secolo, come testimonia una menzione del Carocci dei primi anni di quel secolo.
Già appartenuta ai Carnesecchi passò al medico montepulcianese Maria Carlo Galgani nel 1576, che la vendette dieci anni dopo ai figli di Zanobi Grazzini. L’aspetto attuale della villa risale soprattutto agli interventi della famiglia Grazzini, che la fece ristrutturare entro il 1620. Le grottesche dell’altana e del cortile vennero commissionate nel 1619, mentre le pitture sulle pareti del cortile di Giovanni da San Giovanni, pittore di corte che aveva lavorato anche a villa La Quiete, sono documentate fino al 1630. Dalla documentazione sulle pitture si è anche cercato di datare l’architettura della villa, che dovrebbe risalire all’epoca di Giovan Francesco Grazzini, negli anni immediatamente a cavallo tra il Cinque e il Seicento. Dai Grazzini la villa passò in via ereditaria ai Bartolini-Baldelli, poi ai Mori-Ubaldini-Alberti. Passata nel Novecento all’avvocato Alessandro Luci e al Sig. Gilli, oggi è di proprietà dello Istituto Figlie del Divino Zelo dal 1946, il quale vi tiene una scuola.
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La planimetria è piuttosto semplice, con un blocco unico articolato attorno a un cortile centrale, con un giardino murato verso est (verso il quale si protende un braccio della villa) e un più ampio parco all’italiana a ovest, mentre sul lato nord esiste ancora, sebbene ridimensionato rispetto all’antico, un selvatico boscoso.La facciata dà sulla strada che congiunge Quarto a Quinto, e presenta un alto muro di conta decorato da urne in terracotta e statue e presenta frammenti di graffiti ornamentali.
Al piano terreno si trovano finestre inginocchiate, con un mensolone di pietra ed una decorazione a bassorilievo che riproduce foglie d’acanto, mentre il primo presenta delle cornici architravate più semplici. Anticamente la facciata era coperta da graffiti dei quali oggi restano solo tracce.
Sul lato verso il giardino all’italiana spicca una torre inglobata nell’edificio principale, forse più antica, di epoca medievale, forse duecentesca, sulla quale si apre oggi un’altana sostenuta da colonnine con capitelli tuscanici e volute in stile ionico. Un’altana caratterizza a un livello inferiore anche il corpo di fabbrica ovest sul cortile, dove spicca il soffitto decorato a mirabolanti grottesche con scene mitologiche e agresti, opera di Piero Salvestrini (1597)), attivo alla fine del Seicento, che nella zona aveva già decorato la Villa Franceschi e la Villa il Casale.
Il cortile è invece decorato dalle pitture di Giovanni di San Giovanni, in parte irrimediabilmente compromesse, che raffigurano Satiri, ninfe e scene campestri, con citazioni letterarie e vernacolari secondo la moda dell’epoca.
Le stanze al primo piano hanno varie decorazioni ad affresco, in particolare una piccola stanza adibita oggi a salottino con la bassa volta coperta da pitture. La stanza principale del salone invece conserva un pregevole camino in pietra serena scolpita e grottesche nelle strette superfici degli spessori delle finestre e del portale.
Il giardino di ponente è decorato da un grande ninfeo-grotta artificiale che si inserisce in un edificio, l’ampia ex-limonaia, che fa anche da quinta alle aiuole geometriche. Delle sculture originarie restano solo i mascheroni delle fonti esterne. Il giardino murato a levante ha una grande fontana a muro decorata da mosaici in ciottoli e pietre spugnose, con motivi a grottesche tipiche del Manierismo ; fa un certo contrasto vedere come oggi vi sia collocata una statua devozionale della Madonna, in un ambiente volutamente aulico e rinascimentale.