Il XX settembre 1870 artiglieri, fanti e bersaglieri dell’Esercito Italiano, agli ordini del generale Raffaele Cadorna, entrarono a Roma attraverso la breccia di Porta Pia.
Con l’unione di Roma all’Italia giunse ad un traguardo essenziale il percorso del nostro Risorgimento verso l’Unità nazionale.
L’artefice politico di questa nuova costruzione di indipendenza e di libertà,Camillo Benso conte di Cavour, primo ministro del re costituzionale Vittorio Emanuele II di Savoia, aveva dichiarato, nel 1861, alla Camera dei Deputati, di non saper concepire, per un popolo colto, una sventura maggiore che quella di vedere riuniti in una sola mano il potere civile e il potere religioso. “ La storia ci dimostra – disse – che ovunque questa riunione ebbe luogo, la civiltà sempre immediatamente cessò di progredire, anzi sempre indietreggiò; il più schifoso dispotismo si stabilì; e ciò sia che una casta sacerdotale usurpasse il potere temporale, sia che un califfo o un sultano unisse nelle sue mani il potere spirituale “.
Libera Chiesa in libero Stato, dunque. L’insegnamento cavouriano è, oggi più che mai, straordinariamente attuale: per l’Italia e per il mondo.
Ai giovani, ai meno giovani; agli Italiani, ai nuovi Italiani; ai cittadini di tutte le nazioni, ricordiamo e raccomandiamo la conquista da difendere e garantire:
Libertà. Libertà per lo Stato, di legiferare; libertà per l’individuo, di credere, o meno; libertà per le Chiese, di professare le loro fedi religiose.
La Fondazione Ernesto Rossi e Gaetano Salvemini, il Circolo Pier Gobetti, L’Associazione per l’iniziativa radicale “Andrea Tamburi”,L’ Associazione veterani e reduci garibaldini, L’ Unione degli atei e degli agnostici razionalisti, Il Comitato Fiorentino per il Risorgimento, L’Associazione Artiglieri d’Italia di Firenze, esponenti delle istituzioni venerdì 20 settembre alle ore 12 hanno partecipato alla manifestazione per ricordare La Breccia di Porta Pia ponendo una corona di alloro all’ Obelisco ai Caduti di tutte le guerre in piazza dell’Unità Italiana di Firenze
Adalberto Scarlino